Gli incidenti capitano!

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Gli Incidenti capitano!

:!: Il seguente racconto erotico è stato preso da literotica.com e tradotto dal nostro staff. L'autore originale su literotica è stewartlinda

Nella vita ci sono cose che non ti aspetti. Accadono e basta!
Mia sorella Donna è più grande di me di 4 anni e non siamo mai stati tanto legati. Eravamo i tipici fratelli con una differenza di età. Da piccoli litigavamo per ogni sciocchezza, ma crescendo siamo riusciti a diventare amici. Mia sorella era una ragazza selvaggia; l’ho beccata più volte a scopare di nascosto i suoi fidanzati a casa nostra. Io non dissi mai niente ma lei sapeva che io la vedevo.

Alcune volte, ed ero più che sicuro che si trattasse della mia immaginazione, si divertiva a stuzzicarmi facendo sesso quando sapeva che ero in casa. Posso capire perché mia sorella ha avuto così tanti fidanzati - aveva il corpo di una coniglietta di Playboy. A 16 anni aveva la vita piccola ed una terza abbondante. La sua vita così stretta non faceva altro che renderle le tette ancora più grosse ed i suoi capelli biondi di certo non aiutavano. I miei amici mi hanno sempre assillato su quanto fosse porca mia sorella. Sono un essere umano anche io e devo ammettere che guardare il corpo sexy di mia sorella mi eccitava da morire, ma non ho mai dimenticato che lei era, di fatto, mia sorella.

Odiavo il fatto che tutti la trovassero così bona e sexy, e per lei era facilissimo uscire con chiunque. Io, invece, avevo un aspetto normale e crescendo ho dovuto faticare per ottenere qualche appuntamento. Il lato positivo di questa situazione fu che imparai come si trattano le ragazze e, più specificatamente, come dar loro piacere. Mia sorella non faceva altro che cambiare ragazzo dopo ragazzo, non imparando mai a scegliere quello giusto, dato che gli cadevano dal cielo.

Alcuni anni dopo sposai una donna bellissima, che amo da morire. Siamo una coppia perfetta e non vedo l’ora di invecchiare insieme a lei. Si chiama Susan ed è la donna dei miei sogni. È sexy, intelligente, ama scopare, ed ha dei meravigliosi e lunghissimi capelli biondi, i più belli in assoluto.

Donna, invece, è stata sposata 3 volte negli ultimi 5 anni, passando da un uomo bellissimo (ma per niente decente) all’altro.

Ed è qui che inizia la mia breve storia.

Un mese fa, mia sorella ha invitato me e mia moglie ad una festa a casa sua. Ha una casa enorme grazie al suo ricchissimo ex-marito, e voleva organizzare una festa in costume. Non vedevo mia sorella dal suo ultimo divorzio e sembrava una serata divertente. Mia moglie aveva scelto un costume da infermiera incredibilmente sexy che amavo alla follia, mentre io avevo optato per un dottore Californiano. Sapevo di essere piuttosto affascinante con il mio completo di Armani e lo stetoscopio intorno al collo. La borsa in pelle da dottore aggiungeva quel tocco in più al mio look da Beverly Hills.

Era estremamente difficile per me prepararmi mentre osservavo mia moglie. Il suo costume aveva una scollatura così ampia da mostrare tutto il suo bellissimo décolleté. Non resistetti alla tentazione, così la presi per la vita e palpai le sue bellissime tette. Cominciai a baciarle dolcemente il collo mentre lei spingeva sempre più le sue tette nelle mie mani, e sentii qualcosa muoversi nei miei pantaloni.

“Aspetta, calmiamoci o non finiremo mai di prepararci,” disse mia moglie sussurrando.

“Andiamo piccola…togliti il reggiseno,” la pregai.

“Se lo facessi si vedrebbero i miei capezzoli attraverso il costume, il tessuto è sottilissimo,” lo disse lanciandomi quel sorrisetto malizioso che mi ha sempre fatto impazzire. “Inoltre cosa penserebbe tua sorella se mi presentassi conciata così?”

“Si certo, conosci mia sorella. Si sarà vestita sicuramente in modo più appariscente,” le ricordai.

“Ok, hai vinto. Me lo tolgo,” disse.

Aveva ceduto un po’ troppo facilmente, così capii che quella piccola ammaliatrice voleva a tutti i costi che le chiedessi io di farlo. La guardai come un bambino voglioso mentre si toglieva il reggiseno. Il mio cuore perse un battito mentre osservavo i suoi capezzoli spingere contro il tessuto del vestito, talmente sottile da farli vedere perfettamente ritti. Mentre camminava davanti a me, potei vederla illuminata dalla luce del bagno e capì che l’intero costume diventava praticamente trasparente sotto le luci. Potevo vedere chiaramente le sue areole attorno ai capezzoli e sperai vivamente che non si accorgesse di quanto trasparente fosse quel dannato vestito. Lo sa che amo sfoggiarla in giro, ma non ero sicuro le piacesse l’idea di mostrarsi senza reggiseno in un vestito così provocante.

“Baby, sei la cosa più sexy che abbia mai visto,” le dissi mentre le passai le dita sui capezzoli. Sapevo che era eccitata tanto quanto me dal modo in cui le si illuminarono gli occhi e aprì la bocca.

“Andiamo piccola, lo sai che abbiamo tempo per una sveltina,” la pregai di nuovo.

Lentamente avvicinai le mani alle sue soffici tette. Strofinai la faccia sul collo e tra i capelli. Siamo stati sposati per così tanto tempo che so perfettamente cosa la fa eccitare. Cominciai a baciarle il lobo e le mordicchiai l'orecchio. Contemporaneamente cominciai ad accarezzare il suo delizioso culo. Tra il toccarle il culo, strofinarle i capezzoli e mordicchiarle l’orecchio, sapevo che avrebbe ceduto a breve.

Stava per crollare davanti ai miei occhi - lo voleva quanto me - quando il telefono squillò. Tentai di convincerla a non rispondere. La baciai più forte e la strinsi a me. Riuscì a divincolarsi e a prendere il telefono, mentre giocavo con i suoi capezzoli. Rispose ansimando. Mentre mia moglie parlava capì che qualcosa non andava. La chiamata arrivò dalla sorella di Susan, Dora, la quale si era ammalata e stava vomitando. Il marito era partito per un viaggio di lavoro e non c’era nessuno che potesse guardarle i bambini, uno di due anni e l’altro di 10 mesi. Voleva sapere se mia moglie potesse andare da lei ed aiutarla per la notte.

“Lo so che mi volevi con te alla festa,” disse Susan con il telefono in mano, “Ma mia sorella ha davvero bisogno di me e vorrei aiutarla.” Aveva il broncio e la voce triste.

“Vai al party e ti prometto che mi farò perdonare,” disse con un altro sorrisetto malizioso.

“Va ad aiutare tua sorella,” le dissi cercando di impietosirla, “Vorrà dire che starò da solo.”

Mentre posò il telefono e cominciò a cambiarsi, io ero ancora incredibilmente eccitato. La volevo scopare a tutti i costi. Avevo il cazzo duro e volevo farmela subito, senza aspettare. Era come se il mio cervello avesse abbandonato il mio corpo per finire nel cazzo. L’abbracciai da dietro e le morsi amabilmente il collo.

“Ooooh. Basta così, avremo tanto tempo dopo,” disse con un sorriso risentito.

“Andiamo,” supplicai, “Non posso aspettare dopo.”

“Si che puoi… e come piccolo incentivo ti prometto che quando torno puoi scoparmi il culo,” disse con un sorrisetto.

Alzò il suo meraviglioso culo e me lo sventolò in faccia. Questo non fece altro che rendermi il cazzo ancora più duro, mentre mi immaginavo di scoparla forte e a lungo. Finì di cambiarsi in un lampo, prese le chiavi e uscì di casa prima che potessi tentare di convincerla di nuovo. Ed eccomi lì; eccitato, ben vestito e completamente solo. Guardai l’orologio e mi resi conto che avrei fatto tardi se non mi fossi mosso. Così finì di vestirmi e mi diressi a casa di mia sorella. Sapevo che aveva un mucchio di amiche sexy, e temevo di dover passare la serata in mezzo a loro con un’enorme erezione. Così decisi che siccome mia moglie non sarebbe tornata fino al giorno dopo, avrei bevuto quanto volevo smaltendo la sbronza a casa di mia sorella.

Guidai a casa sua tentando di non pensare al culo di mia moglie, o al modo in cui i suoi capezzoli si vedevano attraverso il costume da infermiera. Più provai a non pensarci, più la cosa risultava difficile, così accesi la radio e mi concentrai sulla guida. Arrivato davanti casa di mia sorella, mi accorsi che c’erano davvero un sacco di persone. Quando aprì la porta mi accorsi che non indossava un costume, ma un semplice vestito che, comunque, le stava benissimo.

“Ciao…pensavo fosse un party in costume,” dissi mentre osservavo lo stetoscopio appeso al collo.

“Lo è ma ho una sorpresa. Ho comprato il costume più assurdo che tu abbia mai visto e stavo proprio per andare a mettermelo. Lo sai, le cose belle accadono a chi sa aspettare.” Disse baciandomi la guancia.

“Devo andarmi a cambiare. Prenditi un drink e qualcosa da mangiare,” disse andando verso la sua stanza.

Non rimasi affatto deluso - la casa era strapiena di bellezze. Quando prima ho detto che mia sorella aveva amiche fighe, non stavo scherzando. Sembrava una convention di Playboy. Alcuni dei costumi erano incredibilmente sexy, tanto da offuscare completamente quello di mia moglie. Una ragazza era vestita da Wonder Woman, e il suo costume era talmente striminzito da far vedere perfettamente i capezzoli turgidi premuti contro il tessuto. La cosa che più mi eccitava di quel costume era che era talmente stretto che potevi vedere persino la sua fighetta tutta depilata.

Ma uno dei costumi più belli in assoluto era quello da pirata, indossato da una ragazza con le tette enormi che tentavano di fuoriuscire dalla maglietta. La scollatura era così ampia da coprire a malapena i capezzoli. L’intera parte posteriore del costume era aperta, e potevo vedere perfettamente il suo culo. La mia erezione era sempre più difficile da contenere, e l’unica soluzione era bere. Presi una birra e me la scolai; avrei potuto scegliere una qualsiasi tra la folla ma non volevo assolutamente tradire mia moglie. Così continuai a bere e a godermi lo spettacolo.

Il party procedeva benissimo ed io ero totalmente ubriaco, quando ad un tratto vidi mia sorella chiamarmi dalla sua stanza. Solo guardandola negli occhi capii che aveva bevuto parecchio anche lei. Forse era ubriaca proprio quanto me. Mi avvicinai e le chiesi “Che c’è?”

“Ho davvero bisogno del tuo aiuto,” mi disse facendomi entrare nella sua stanza.

“Come posso aiutarti?” dissi quasi biascicando.

“Ecco…” indicò l’enorme costume sul suo letto.

“Ho comprato questo costume per indossarlo stasera con una mia amica, ma mi ha appena chiamata dicendomi che è malata,” disse leggermente impanicata.

“Non hai idea di quanto l'abbia pagato e va indossato necessariamente con un’ altra persona,” disse imbronciandosi.
Era davvero un costume assurdo. Mentre lo guardavo, potei capire perché necessitava di due persone per essere indossato. Era un enorme e ben realizzato drago. Capii più o meno come andava indossato. La prima persona avrebbe indossato quelle che erano le zampe anteriori del drago, inclinandosi poi leggermente in avanti per far entrare la propria testa in quella del drago. La seconda persona avrebbe dovuto infilare le proprie gambe dentro le gambe anteriori del drago, in quanto queste erano larghe a sufficienza per due persone. Quindi la seconda persona sarebbe dovuta rimanere dritta per fare la schiena del drago, creando una gobba nel costume, e mettendo le mani in due buchi per far muovere su e giù le enormi ali. Le zampe anteriori erano munite di cinghie, in modo tale da permettere ad entrambe le persone di muovere contemporaneamente le zampe del drago. Le zampe posteriori e la coda servivano solo per bilanciare l’enorme parte davanti.

“Guarda capisco il problema, ma ho bevuto talmente tanto che finiremo sicuro con i culi a terra,” dissi ridendo, “Sono sicuro che puoi trovare qualcun altro disposto ad aiutarti.”

“Andiamo fallo per me,” disse mia sorella imbronciandosi. Era lo stesso trucco che usava quando eravamo piccoli, quando capiva che non poteva costringermi a fare qualcosa.

“Aiutami solo stavolta e ti prometto che non ti chiederò più nulla. Ti preeeeego,” supplicò.

“Non sono nemmeno sicuro che riesca a camminare dritto. Hai una vaga idea di quanto abbia bevuto?” le chiesi provando a non biascicare.

“Non tanto quanto me,” mi rispose. Guardandola bene, in effetti sembrava completamente ubriaca anche lei.

Mi guardò con aria triste. Il suo viso implorava con tutto il fascino femminile che riusciva a raccogliere nel suo stato di ubriachezza. Odiavo quando lo faceva.

“Ok lo faccio, ma se cadiamo sui nostri culi è colpa tua,” dissi mentre andai verso il letto per studiare meglio il costume.

“Ascoltami, non esiste che resti piegato così tutto il tempo. Se proprio dobbiamo farlo, prenderò la parte posteriore del costume e muoverò la coda.”

“ Mi sembra giusto,” accettò di buon grado e aprì la parte posteriore del costume. Iniziò poi a spogliarsi davanti a me. La guardai scioccato.

“Che diavolo stai facendo?!” le chiesi.

“Non è un problema dato che indosso un bikini sotto i vestiti” mi rispose, “Non fare il santarellino. Sei un uomo sposato, non è che tu non abbia mai visto una donna in costume prima d’ora.”
Appena si sfilò i vestiti, vidi che il bikini che indossava aveva tessuto a sufficienza da potersi a stento definire tale. Poteva comunque andare peggio. Aveva uno slip dal taglio alto che si allacciava con lacci piuttosto corti ai lati. Grazie al cielo non indossava il tanga!

“Ok, spogliati,” mi ordinò.

“Cosa? Sei impazzita? Sono tuo fratello,” dissi con voce tremante. Già era orribile il fatto che stesse davanti a me praticamente nuda e che stavo passando un brutto momento tentando di eliminare dalla testa tutti i pensieri sporchi che mi venivano in mente mentre le fissavo i capezzoli dritti che si intravedevano dal reggiseno.

“Dai, hai indosso i boxer, come sempre. Non è tanto differente da quando ti vedo con il costume da bagno. Inoltre fa talmente caldo dentro questo costume che morirai se non ti togli i vestiti,” provò a ragionare.

Forse avevo bevuto troppo o non me ne importava ormai più niente ma mi accorsi che era una discussione persa. Avevo accettato di aiutarla e non c’era modo di tirarmi indietro. Mi spogliai e rimasi in boxer, mentre lei infilò i piedi nella prima serie di gambe, e poi le braccia. Dovette appoggiarsi alla parete mentre si chinava per infilarsi la testa del drago. Quando lasciò il muro per infilare le braccia nel costume, persi quasi l’equilibrio mentre tentavo di infilare le gambe accanto alle sue. Alla fine riuscii ad infilarmi fino in fondo al costume mettendo le braccia nella seconda serie di fori per sbattere le ali su e giù.

“Come diavolo funziona la zip di questo coso?” le chiesi.

“C’è una cordicella infilata dentro la bocca. Posso tirarla e chiudere la zip una volta che ci siamo sistemati,” mi rispose.

“Ci sono,” le risposi.

“No…devi venire più vicino, il costume è piccolo.”

Mi avvicinai finché il mio cazzo non era completamente appoggiato al suo culo. In quel momento sentii che la cerniera veniva tirata su e mi spingeva più forte contro di lei. Eravamo dentro il costume ma ero talmente schiacciato contro di lei da poter sentire distintamente il suo culo premere contro il mio cazzo.

“Non credo di potercela fare,” le dissi.

“Si che puoi. Tra l’altro ho rotto il laccio mentre chiudevo la cerniera, quindi se usciamo ce lo togliamo ora il costume sarà irrimediabilmente rovinato. Andiamo provaci,” mi pregò.

Ero tanto ubriaco da pensare solo “Ma che diavolo” e accettai. Camminare era difficile come pensavo. Dovevamo muoverci molto lentamente per evitare di cadere. Dopo un po’ riuscimmo a coordinarci e a rimanere perfettamente in piedi. In un certo senso era divertente, anche se non riuscivo a vedere nulla. Non passava luce dietro il costume, se non per un minimo spiraglio che fuoriusciva dalla testa del drago.

Lei abbracciava e salutava le sue amiche, mentre io sbattevo le ali in faccia alle persone, sui loro culi e ovunque mi capitasse a tiro. L’effetto che mi facevano la camminata e il culo di mia sorella attaccato a me stavano per farmi esplodere il cazzo. “No,” mi rimprorverai, “Non posso avere un erezione mentre ho il cazzo attaccato al culo di mia sorella.”

Provai a pensare a qualcosa di schifoso o disgustoso per calmarmi, ma tra le provocanti voci sexy intorno a me e il culo di mia sorella che mi strusciava su e giù mentre camminava, il mio cazzo si drizzò irrimediabilmente.

Sapevo che poteva sentirlo, ma la cosa non sembrava disturbarla. Più camminava, più strusciava su e giù il suo culo sul mio cazzo. Sembrava come se un’enorme mano mi stesse masturbando. Cominciò a fare talmente caldo che il sudore cominciò a sembrare lubrificante. Mi stavo eccitando sempre più e non potevo negarlo in alcun modo. Cominciarono a venirmi strane idee in mente.

Era per il fatto che sembrava mi stessero toccando il cazzo o era il culo di mia sorella ad eccitarmi? Mentre ci pensavo mi scoppiava la testa e volevo soltanto abbandonarmi al piacere. Volevo sborrare. Avevo bisogno di sborrare. A volte sembrava si piegasse di più in avanti per abbracciare qualcuno e il suo culo si stringeva ancora di più attorno al mio cazzo.

Avevamo camminato per circa 15 minuti ed eravamo coperti di sudore, tanto da bagnarmi completamente i boxer. Ero talmente concentrato sulla sensazione del culo di mia sorella sul mio cazzo da non prestare più attenzione a quello che mi accadeva intorno. Ero totalmente perso nel piacere.

Fu allora che sentii qualcosa di diverso. Nel mio stato confusionale mi ci volle un minuto per capire cosa stava succedendo. Lo slip di mia sorella si era slacciato e le stava scivolando giù per le gambe. Facemmo altri 6 passi prima che cadde completamente.

Entrambi ci fermammo di botto accorgendoci di ciò che era accaduto. Mi sussurrò.

“ Oops, mi spiace. Sembra che questo sia un problema, fratellino,” disse ridacchiando.

Ora che lo slip era caduto il suo culo era completamente avvolto intorno al mio cazzo. La sensazione non fece che peggiorare man mano che camminava e il suo culo mi tirava sempre più il cazzo. Mi scappò un gemito mentre sentivo il suo culo nudo su di me. Mi sussurrò di nuovo “Dobbiamo tornare dentro e risolvere il problema prima che succeda un casino.”

Non aveva la benché minima idea del casino che sarebbe successo se non fossimo usciti subito da quella cosa. Potevo sentire il sangue abbandonarmi il cervello e tutto quello che volevo era solo sborrare tanto e a lungo. Ero arrivato al punto da fregarmene con chi ero o di chi c’era intorno. Volevo solo sborrare. Il suo culo era così profondo e stretto che potevo sentire le sue pacche tirarmi boxer mentre camminavamo. Quando fece un altro passo sentii il suo culo tirarmi il cazzo, facendolo uscire dalla fessura delle mutande.

“Oh merda…” fu tutto quello che riuscì a dire mentre il mio cazzo premeva sul suo culo bagnato.

“Lo so, posso sentirlo,” mi disse con flebile voce sognante.

“Dobbiamo immediatamente tornare nella stanza e toglierci questo costume,” disse. Questa volta non rise, sentii solo un fremito nella sua voce.

E prima pensavo di essere eccitato. Potevo sentire distintamente la sua pelle e il sudore dei nostri corpi attraverso la crepa del suo culo. L’interno del costume odorava di sudore e, senza ombra di dubbio, di fica bagnata.

L’odore della sua fica era più inebriante di quanto avessi immaginato. Mi eccitava sempre più. Nel mio cervello sapevo che saremmo dovuti uscire subito, ma ogni pensiero su qualsiasi tipo di conseguenza mi aveva abbandonato. Ero completamente perso nel momento.

Il mio cuore batteva all’impazzata e potevo sentirla mentre ansimava. Il suo respiro si faceva sempre più corto e veloce e ad ogni passo si lasciava scappare un gemito. Tornare nella sua stanza fu un’impresa quasi impossibile.
C’eravamo allontanati parecchio e ci sono voluti 10 minuti per arrivare così lontano. Sapevo che ci avremmo messo tempo a tornare nella sua stanza.

Lentamente tornammo dentro casa. Per ogni passo sembrava ci mettessimo un eternità. Con ogni passo il mio cazzo spingeva sempre più dentro il suo culo e giurai che lei cominciò a spingere volontariamente il suo culo contro di me. La temperatura si stava alzando e non ero sicuro fosse solo per colpa del caldo.

Le sussurrai “Se non torniamo indietro subito impazzirò…dobbiamo muoverci più in fretta.”

Così affrettammo il passo, ma si rivelò un grosso errore. Proprio quando cominciammo ad andare più veloci, perdemmo l’equilibrio e mia sorella rischiò di cadere faccia a terra. Mi spinsi all’indietro per tenerla in piedi. Il suo inciampare aveva creato abbastanza spazio da far uscire il mio cazzo da in mezzo alle sue pacche. Appena si raddrizzò, sentii un liquido caldo coprirmi il cazzo voglioso.
Gemette e si irrigidì mentre un tremito le attraversava tutto il corpo. La mia mente era annebbiata. Tentai di trattenermi ma non c’era più niente da fare. La sua fica mi strinse il cazzo in una morsa e il suo respirò si intensificò. Nessuno di noi due si mosse o disse qualcosa per diversi secondi. Poi il suo respiro si calmò ma quel liquido caldo stava ancora avvolgendo il mio cazzo.

“Dobbiamo tornare nella stanza subitoooooo,” sussurrò tremando e ansimando.

Eravamo a 10 metri dalla sua stanza. Ad ogni passo il mio cazzo spingeva sempre più in profondità dentro di lei e sentì una scia di liquido coprirmi il cazzo duro. Facemmo altri 5 passi e ci fermammo.

Ero totalmente perso nella sensazione della sua figa bagnata. Non mi importava più che fosse mia sorella. Il mio cervello insisteva su quanto fosse sbagliata questa cosa, ma le fantasie adolescenziali su mia sorella vinsero ogni pensiero razionale. Come un treno impazzito, mi investirono pensieri di quando ero più giovane e immaginavo cosa si provasse a fare sesso mentre ascoltavo mia sorella che scopava i suoi fidanzati. A quel punto non c’era niente che potesse fermare quel treno. Ero completamente perso; tutto quello che volevo era sborrare nella fica calda e bagnata di mia sorella. Il suo intero corpo si irrigidì ed un enorme gemito scappò dalle sue labbra mentre la sentivo tremare. Il suo corpo tremò ancora e sentii la sua fica stringermi il cazzo. Sapevo con certezza che stava avendo un orgasmo.

I suoi tremiti erano più forti e violenti di prima. La sua fica era come una morsa; stringeva e allagava il mio cazzo. Si piegò ancora di più in avanti mentre il suo orgasmo le scuoteva il corpo e io non potei fare a meno di provare a muovere i miei fianchi avanti e indietro, cercando di infilarle tutto il cazzo ancora più dentro. Il mio cervello continuava a dirmi quanto tutto questo fosse sbagliato, ma non diedi ascolto a quella voce.

Continuai a provare a spingere quanto più possibile dentro la sua fica calda. Si appoggiò di nuovo al muro e lasciò passare un altro orgasmo. Questa volta, più tempo si reggeva al muro più io muovevo i fianchi avanti e indietro per metterglielo dentro, anche se non stavamo più camminando. Il suo respiro si faceva sempre più veloce ma in qualche modo riuscì a trovare la forza di camminare di nuovo. Mi mossi insieme a lei fregandomene di tutto. Ad ogni passo tentavo di martellarla quanto più possibile, scopandola con tutta la forza di cui ero capace in uno spazio così stretto.

Facemmo altri cinque passi e il suo respiro era così forte e veloce che pensavo stesse per svenire. Non so se lo fece apposta o meno, ma mentre avanzava cominciò a spingere il suo culo su di me. Sembrava quasi stesse facendo di tutto per far entrare il mio cazzo quanto più a fondo nella sua fica. Non pensavamo più a niente, eravamo persi nel sesso e ci importava solo di raggiungere il piacere più intenso.

Arrivammo alla porta della sua stanza e la sua fica strinse di nuovo il mio cazzo mentre aveva un altro orgasmo. Questa volta fui io a dovermi mantenere al muro per evitare di cadere. I suoi gemiti si fecero sempre più forti, quasi un urlo soffocato. I liquidi della sua fica inondarono il mio cazzo pulsante. Se non fosse stato per la musica ed i rumori forti, chiunque avrebbe potuto sentirla.

Mentre la sua fica mi stringeva il cazzo, non resistetti più e sparai una marea di sborra dentro di lei. Il mio cazzo pulsava mentre mi svuotavo dentro di lei. Appena lei sentì la mia sborra riempirle la fica, si lasciò andare al più grande orgasmo mai sentito. Il suo respiro era talmente accelerato che sembrava avesse corso la maratona. Il suo intero corpo tremava, e rimanemmo fermi appoggiati alla porta della stanza. Ci volle un minuto per riuscire a riprendere fiato e a muoverci di nuovo. Nessuno di noi riusciva a parlare, troppo impegnati a non cadere a terra.

Aprì la porta e camminò molto lentamente; nonostante l’orgasmo appena avuto, il mio cazzo non si ammosciò. Come entrammo, sentii il sangue fluire immediatamente nel cazzo. La calda sensazione della mia sborra mischiata ai liquidi della fica di mia sorella che scorrevano sulle nostre gambe, non fece altro che farmela desiderare ancora di più. Entrammo e ad ogni passo le pompavo il cazzo nella fica.

Questa volta non provai nemmeno a nascondere il fatto che volessi scoparla forte. L’intero costume odorava di sesso e sborra. Appena chiuse la porta cominciò a gemere ancora più forte. Camminammo verso il letto con me che la scopavo ad ogni passo. Le mie anche si muovevano avanti e indietro come una mitragliatrice. Ogni colpo era breve ma il più veloce possibile.

Mentre si piegava sul letto cominciò a gemere sempre più forte, senza alcun ritegno. Poggiò completamente la testa sul letto, così che la sua fica era appoggiata su di me. Questo mi diede più spazio per poterla scopare con tutta la forza di cui ero capace. Cominciò a gemere ancora più forte - ormai non provava minimamente a non fare rumore. Mentre un gemito dopo l'altro lasciava le sue labbra, sentii l'unica cosa che mi fece impazzire di lussuria.

“Ohhhh non fermarti. Scopami, fratellino, scopamiiii! O dio si, ti prego non fermarti,” urlò.

“Scopami, usami, prendimi e non fermarti!” disse mentre la sua voce si spezzava in ansimi.

Qualsiasi tipo di pensiero volò al vento mentre si piegò ancora di più sul letto e cominciò a muovere i fianchi per venire incontro alle mie spinte. Il mio cazzo scivolò sempre più in profondità, e lei si lasciò scappare un sussulto. Più si piegava più in profondità arrivavo, fino a che non riuscii a sentire le mie palle sbatterle sul clitoride. Fece uscire un immenso urlo di estasi sessuale e sembrava stesse avendo un orgasmo che, poco a poco, diventava sempre più intenso. Tremava così tanto che sembrava come se stessi cercando di tenere fermo un cavallo imbizzarrito; sentii improvvisamente il tessuto sul dietro del costume cominciare a strapparsi.

La parte posteriore cedette ed uscì dalla sua fica. Il movimento improvviso mi fece cadere. Provai a tenermi in equilibrio, ma finì a culo a tirando con me anche mia sorella. Sentì un dolore improvviso al cazzo nel momento esatto in cui cadde su di me, poi sembrò tutto caldo e stretto. Mi accorsi che il mio cazzo era finito dentro il suo culo. Lo spazio stretto del suo culo ed i gemiti del precedente orgasmo erano davvero troppo per me.

In mezzo secondo ci accorgemmo di quello che era successo, ma ormai non ce ne importava più niente. Provò ad alzarsi, ma questo non fece altro che far scivolare dentro e fuori il mio cazzo nel suo culo. Le stavo scopando il culo! Provò ad alzarsi tre volte, ma questo non faceva altro che farmi pompare il cazzo nel culo sempre più. Dopo un po’ mi resi conto che non stava tentando di alzarsi, ma si stava volontariamente muovendo su e giù per farsi scopare il culo da me.

“Scopami il culo fratellino, scopamelo forte,” urlò.

“Vuoi il mio culo? È tuo. Scopamelo forte. Infila quel cazzo duro dentro al mio culo,” disse quasi come un’isterica.

Quelle parole erano troppo. Pompai un’ultima volta prima di sentire le mie palle svuotarsi completamente nel suo culo. Cacciò un urlo appena l’orgasmo le fece tremare il corpo. Pensai fossimo svenuti entrambi. Mi svegliai intontito e sentii finalmente il mio cazzo ammosciarsi. Uscì dal suo culo.

Restammo sdraiati a terra per qualche momento prima che cominciai a muovermi, e spinsi la schiena fuori dal costume che, con un ultimo strappo, si aprì. Uscì dal costume. I miei boxer erano coperti di sudore, sborra e liquidi di fica. Guardai in basso e mi accorsi che il mio cazzo era leggermente duro, e sbucava dall’apertura dei boxer.

Grondavo di sudore, i miei capelli erano completamente fradici. Mi sdraiai sulla schiena per riprendere fiato, mentre mia sorella cercava di uscire dal costume distrutto. Mentre la osservavo mi accorsi che era conciata peggio di me. I capelli erano fradici e completamente appiccicati al viso. Non aveva più lo slip del costume, ed io potei ammirare la sua fichetta tutta liscia e depilata.

Guardai sopra e vidi che il reggiseno del bikini era distrutto, e le sue tette erano al vento. Mentre tentava di togliersi il costume a fatica, fissai meravigliato le sue enormi tette che oscillavano avanti e indietro come un metronomo. Era la prima volta che la vidi completamente nuda, e non riuscì a trattenermi dal fissarla. Era ricoperta di sudore e sborra come me, il suo viso era arrossato con i capelli, quasi bagnati, che la incorniciavano; i capezzoli erano duri come gomme da cancellare. Uscì finalmente dal costume e si sdraiò accanto a me.

Ci guardammo per un po’ di tempo. Più la guardavo coperta di sborra e sudore, più mi eccitavo. Il sangue fluì talmente velocemente nel mio cazzo da farmi quasi male, e mi indurì di nuovo. Non avendo idea di cosa dire o fare, potevo solo guardare il bagliore del suo viso per capire che le era piaciuto quanto a me.

Dopo un po’ riprendemmo fiato, e lei si chinò e mi baciò. Non era un bacio da sorella, ma il bacio di una donna che voleva essere scopata. Strisciò su di me passandomi la lingua in gola, e cominciò a strofinare le sue tette sul mio petto. Senza l’impedimento del costume, prese e guidò il mio cazzo dentro la sua fica bagnata e cominciò a cavalcarmi.

Cominciò a gemere mentre provai a venire incontro alle sue spinte. Mi baciò la faccia e mi morse il collo. Prese la mia faccia e la spinse sulle tette.

“Succhiami forte i capezzoli. Affondaci i denti. Ti prego,” pregò.

Per anni ho sognato di vedere le sue immense tette. Le divorai come fossero state la mia ultima cena. Le succhiai i capezzoli più forte possibile e lei gemette ancora più forte.

“Non giocarci, mordile!” urlò.

Affondai i denti nel suo capezzolo turgido e lei esplose. Spinse con forza sul mio cazzo e sentii la sua fica stringermi il cazzo come una tenaglia. Un’ondata dopo l’altra attraversò il suo corpo mentre il suo orgasmo raggiungeva l’apice. Mentre la osservavo, rimasi meravigliato dalla sua completa perdita di controllo.

Proprio mentre pensavo che il suo orgasmo stesse scemando, la vidi mentre prendeva la sua tetta in mano, la portò alla bocca e cominciò a succhiare. Questo non fece altro che farla tremare ancora di più. Poi aprì la bocca e morse con forza il suo capezzolo e venne.

Ho sempre pensato che la cosa più sexy che una donna possa fare è mordere e succhiare le proprie tette, e la cosa fu davvero troppo per me. Grugnii e le sborrai dentro. Questa volta non c’entrava nessuna posizione forzata. Venni dentro la sua fica con totale abbandono. Si tolse da sopra di me e ci sdraiammo l’uno accanto all’altra in un misto di soddisfazione e colpa.

Entrambi eravamo leggermente imbarazzati per quello che era successo, così cominciammo a vestirci. Restammo in completo silenzio e sembrava avessimo appena corso 100 chilometri. Ma niente poteva nascondere quel bagliore di soddisfazione sui nostri volti. Donna si alzò, andò a prendere un asciugamano e cominciò ad asciugarsi il viso e il corpo. I miei occhi erano incollati su di lei, e la vidi trasformarsi da selvaggio animale sessuale a padrona di casa impeccabile. Spazzolò i suoi lunghissimi e bellissimi capelli e si infilò di nuovo il vestito. Ero talmente scioccato dagli eventi di quella sera, che mi ci volle un po’ di tempo per capire che non si era minimamente curata di infilarsi mutande e reggiseno. Andò verso la porta e si girò verso di me.

“Senti, facciamo in modo che questa cosa non incasini le cose tra noi, ok? È stato un incidente e non succederà mai più,” dall’espressione sul suo viso si vedeva che era combattuta tra l’apprezzare la grande scopata e la vergogna per l’intera situazione.

“Giusto, non è mai successo. Non ne parleremo mai più,” le dissi con le gambe ancora tremanti. Anche mentre pronunciavo quelle parole, non ero davvero sicuro di intendere ciò che avevo appena detto. Chiuse la porta dietro di lei e tornò ad intrattenere gli ospiti. Rimasi sdraiato per venti minuti, prima di trovare la forza di alzarmi e vestirmi.

Il party finì intorno alle 3 di notte, e io mi buttai sul divano. Mi svegliai il mattino dopo con la testa che mi girava, e continuavo a pensare a quello che era successo. Ancora non riuscivo a crederci. Sapevo che era stato un incidente, ma era tutto così surreale. È stata la miglior scopata della mia vita, ed ero con mia sorella.

“Basta,” continuai a ripetermi, “Non posso continuare a pensare di scopare mia sorella. È stato un errore, un incidente.”

Sentii mia sorella entrare nella stanza. Si sedette accanto a me; sembrava devastata tanto quanto il sottoscritto. Aveva i capelli completamente fuori posto ed indossava un accappatoio chiuso a malapena. Sono sicuro fosse nuda sotto l’accappatoio, ma cercai di non pensarci. Le cose erano già fuggite abbastanza di mano.

“Lo so che avevamo detto che non ne avremmo più parlato, ma devo togliermi questo peso. È stato il miglior sesso di tutta la mia vita,” disse con voce fioca, “Lo so che è sbagliato e dovrebbe finirla qui, ma devi sapere che non ho mai provato niente del genere in vita mia. Se devo essere sincera, con me e con te, voglio che tu sappia che sono contenta sia successo. Ho pensato di fare sesso con te da sempre. Immagino sia per questo che ti stuzzicavo così tanto quando eravamo ragazzi.”

Rimasi seduto, completamente scioccato dalla sua confessione. Aveva da sempre pensato di fare sesso con me?

“Per favore non odiarmi solo perché sono stata onesta con te,” mi disse e cominciò a piangere, tenendosi la testa tra le mani.

Sorrisi e le poggiai una mano sulla guancia.

“Se devo essere sincero, non riesco a smettere di pensarci nemmeno io,” le dissi sorridendo un po’.

L’abbraccia, sperando di rassicurarla del fatto che non era la sola a sentirsi così. Anche mentre l’abbracciavo, non potei fare a meno di guardarla mentre il suo accappatoio si aprì completamente. Sentii le stesse sensazioni della sera prima tornare a piena forza, e mi costrinsi a mantenere il controllo. Ci volle tutta la mia buona forza di volontà per continuare ad abbracciarla fino a che non smise di piangere. Mi baciò sulla guancia e tornò in camera sua, per lavarsi e vestirsi. Quando uscì feci una doccia anche io, togliendomi di dosso l’odore di sesso.

Chiacchierammo mentre facemmo colazione, come se nulla fosse cambiato. Avevo ancora i postumi della sbornia, così presi un’aspirina prima di andarmene. Quando mia moglie tornò a casa, volle sapere tutto del party. Le dissi che mi ero ubriacato un pochino e che ancora non ero in piena forma. Rise, dicendomi che me lo meritavo per aver bevuto troppo e per essermi divertito senza di lei.

“Meglio se ti riposi. Ti meriti un bel premio stanotte per essere stato un così bravo marito,” sorrise, mentre scuoteva il culo. Quella notte facemmo l’amore come se non lo avessi fatto per mesi. È stato eccitante, selvaggio ed entrambi eravamo esausti quando finimmo.

“Immagino che ti sia davvero mancata al party, mh?” rise, mentre rimanemmo sdraiati per riprendere fiato.

Due mesi dopo mia sorella mi chiamò, dicendomi che aveva intenzione di dare un’altra festa in costume. Si fermò.

“Ho fatto riparare il costume, e mi stavo chiedendo se volessi indossarlo di nuovo con me,” quando mi accorsi di quello che aveva detto, il mio cuore si fermò per circa trenta secondi. Non c’erano dubbi che una parte di me voleva andare…ma sarei andato fino in fondo?

Fonte originale inglese: Accidents happen! on literotica.com
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