Quella che consideravo l'unica fortuna della mia vita, si era rivelata alla lunga un mezzo incubo, soprattutto durante la pandemia. L'abitare a meno di cento metri dal proprio posto di lavoro, era sì una grandissima comodità, oltre che una notevole fonte di risparmio visti i prezzi dei carburanti, ma anche la principale motivazione per la quale il mio direttore mi faceva portare il lavoro a casa.
"Dai Laura, tu ti porto le scartoffie a casa e io chiudo l'ufficio, però stai tranquilla che gli straordinari te li pago lo stesso." era la classica frase che mi sentivo dire poco prima delle cinque, quando il lavoro giornaliero no nera ancora stato finito.
Col tempo avevo imparato che potevo anche chiedere un aiuto, col risultato di coinvolgere sempre Amalia, una mia collega sulla quarantina, dichiaratamente lesbica, con la quale finito il lavoro intrattenevo una relazione che credevo clandestina, anche se non c'era alcun legame sentimentale.
Amalia era il prototipo della perfetta Milf, un corpo più che perfetto per la sua età, un modo di vestire classico, ma allo stesso tempo con quel pizzico di femminilità che non gusta mai, un trucco che sembrava ad una prima occhiata molto leggero, ma che in realtà era ben costruito proprio per sembrare tale, e che non faceva altro che far risaltare la sua bellezza di tipo scandinavo. Con lei la scintilla era scattata un pomeriggio nei bagni, dove c'eravamo ritrovate per caso, per poi finire a baciarci come due ragazzine. La paura però d'esser sorprese c'indusse ad aspettare le cinque, per poi quasi correre a casa mia e finire per ore sul letto, sino a ritrovarci esauste. Da quel giorno eravamo diventate una coppia aperta, col comune desiderio d'inserire una terza persona nel nostro menage, più per curiosità che altro.
Quel giovedì era successo di tutto, da una serie di brevi ma fastidiosi black-out, al blocco delle due stampanti principali, sino ad un interminabile aggiornamento del sistema operativo.
Ero già pronta a scappare visto che la mole di lavoro arretrato era notevole, che il mio direttore mi bloccò proprio quando mancavano dieci minuti alla fuga, chiamando altre due colleghe.
"Laura so che oggi è stato un inferno e non certo per colpa tua, però domani dobbiamo consegnare tutto entro mezzogiorno e sai meglio di me che non ci riusciremo mai. Quindi che ne dici di prenderti Amalia e Gloria per finire tutto da te ? So che in tre ci metterete un paio d'ore, ma sia chiaro che ve ne pago quattro a testa se accettate."
Guardai non tanto Amalia, che ero sicura avrebbe accettato visto che era sempre a corto di soldi, quanto Gloria una delle neo assunte che non avevo mai degnato di uno sguardo.
In realtà la ragazza non era neanche brutta, al limite insignificante e vestita in modo sciatto, però era di una timidezza quasi da caso clinico, tanto che in quel momento non ricordavo il tono della sua voce.
Com'era fin troppo facilmente prevedibile accettammo tutte e tre, col risultato di ritrovarci a casa mia poco dopo le cinque, con una cartella di lavoro da finire. Nonostante fosse la meno esperta, Gloria seppe dividere i compiti alla perfezione, facendo sì che nessuna delle tre si trovasse mai indietro rispetto alle colleghe, col risultato di concludere ben prima delle sette.
"Cavolo devo ammettere che sei un genio." dissi a Gloria rimettendo a posto tutti i documenti con Amalia "Non credevo di finire così presto, insomma si può ancora pensare d'uscire per una pizza."
"Magari voi, io credo che tornerò a casa, anche perchè non altro da fare." mi rispose un po' sconsolata la ragazza.
Non so perchè ma vederla così abbattuta mi fece venir una gran voglia d'aiutarla, il problema era caso mai come, con, fra l'altro, Amalia che non vedeva l'ora che se ne andasse per saltarmi addosso.
"E poi voi due state insieme, o qualcosa del genere, quindi è meglio che tolga il disturbo così potete fare quello che volete."
Quelle parole mi bruciarono non poco, non tanto perchè in fondo erano la verità, quanto per il fatto che se anche una come lei sapeva di noi due, era chiaro che era una notizia di dominio pubblico.
"Perchè tu hai qualcosa in contrario al fatto che due donne lo facciano fra loro ?" le chiese Amalia, forse ancora sorpresa dal fatto che lei sapesse di noi due.
"No anzi per me potete farlo anche adesso, non è che mi scandalizzi, solo non lo capisco anche se devo ammettere che con gli uomini non è che abbia dei grandissimi ricordi."
"Se è così può anche essere che cambi idea." le dissi prima di dare un lungo bacio ad Amalia che lo ricambiò con fin troppo ardore.
In un misto fra esibizionismo puro, e liberazione per poter fare ciò che più amavamo, la mia compagna ed io ci spogliammo a vicenda, senza quasi staccare le labbra dall'altra. Una volta tolti i vestiti Amalia mi scivolò dietro la schiena per potermi slacciare il reggiseno, ed avere così campo libero sulle mie tette, mentre io mi toccavo languidamente sopra le mutandine, davanti allo sguardo sempre più allibito di Gloria, che sicuramente non stava credendo ai suoi occhi.
Fra la mia compagna e me non ci fu bisogno di dire nulla, visto che entrambe avevamo la stessa idea, quella di far eccitare il più possibile la giovane collega, per poi coinvolgerla nei nostri giochi.
Muovendoci nel modo più sensuale possibile, feci sedere Amalia sul bracciolo del divano, per poterle togliere prima il reggiseno, e subito dopo le mutandine, per infilarle la testa fra le gambe arrivando così alla sua passera già umida. Per far salire intormentente la temperatura allungai una mano fra le mie cosce, e quindi due dita dentro la fica, messa in bella mostra dal fatto che ero carponi proprio davanti a Gloria.
La ragazza mostrava chiari segni d'inquietudine, e del resto non poteva essere diversamente con due donne che amoreggiavano davanti a lei, ma cercò di mantenere un certo contegno sino a quando l'eccitazione che era in lei non prese il sopravvento, col risultato che aprì le gambe per potersi toccare anche lei. A quel punto Amalia mi spinse quasi via, e così potei vedere anch'io che eravamo arrivate al punto desiderato, e non mi rimase altro che invitarla ad unirsi a noi.
"Invece d'infilarti due dita nella fica, vieni a sentire quant'è dolce quella di Amalia." dissi a Gloria prendendole una mano per poi tirarla verso di me.
"Ma io non l'ho mai fatto !" protestò la giovane collega.
"Poco importa, fai quello che piace venga fatto a te." le rispose quella più matura.
Vedere Gloria fra le gambe della mia quasi compagna mi fece all'inizio un certo effetto, non dico che fossi gelosa, ma l'avrei cacciata seduta stante per rimanere sola con Amalia. D'altro canto era quasi comica con quel suo leccare a più non posso, più da uomo arrapato, che da donna vogliosa di dare piacere, così alla fine mi misi al suo fianco per farle da 'insegnante'.
Con calma feci scorrere la lingua dall'inizio dello spacco di Amalia sino al buchetto, per poi risalire con la stessa velocità, fermandomi però un po' sul clito, che succhiai come se fosse un piccolo pene.
"Ora fallo tu, senza fretta ma soprattutto con la voglia di farla godere." le dissi prima di darle un bacio in bocca.
Gloria imitò alla perfezione i miei movimenti, e dopo alcuni sali e scendi Amalia iniziò a gemere per poi quasi schiacciarle la testa contro la sua passera.
"La troietta impara in fretta." disse la più anziana del terzetto "Ora però falle vede come usare anche le dita."
La ragazza di fece da parte così potei infilare due dita nella passera di Amalia, che poi feci roteare il più possibile mentre le falangi entravano e uscivano da quel piccolo paradiso.
"Tu torna a leccare." dissi a Gloria mentre mi mettevo al fianco della mia collega preferita "Poi usa le dita, e se vuoi davvero vederla godere usano anche tre o quattro."
Se c'è qualcosa che ho sempre amato di Amalia sono i suoi capezzoli, quasi sproporzionati per quanto erano grandi rispetto al seno, con le auree che quasi non vi vedevano, ed i capezzoli che invece erano due grossi chiodi. Me ne impossessai come un neonato che vuole il latte materno, usando le dita su quello che non avevo in bocca per tenerlo turgido, finendo col baciarle tutto il seno per arrivare inevitabilmente alla bocca.
Gloria stava facendo bene la sua parte, ed i gemiti strozzati di Amalia ne erano la miglior prova, facendole alzare il volume quando prese ad usare le dita come le avevo detto io.
Nonostante l'eccitazione collettiva, ci spogliammo senza troppa fretta, mettendo Amalia carponi sul divano, così mentre Gloria la baciava in modo fin troppo delicato, io mi sistemai dietro di lei per poterle leccare passera e buchetto, raccogliendo la saliva lasciata dalla giovane collega. La donna però era abituata a ben altro, ed io lo sapevo benissimo avendo fatto l'amore con lei per mesi, così presi a masturbarla ora una porta del piacere ora l'altra, chiamando a me l'ultima arrivata.
"Mettile due dita nel culo e falla godere con me." dissi a Gloria che non perse un secondo per ubbidirmi.
Con dietro due diavolesse vogliose solo di farla godere, Amalia si sciolse come neve al sole, e anche se cercò di rimandare l'orgasmo, questo la raggiunse quando le infilai quattro dita nella passera, riempiendogliela quasi del tutto.
"Cazzo così mi sfondi !" mi gridò fingendo che non le piacesse quello che le stavo facendo.
"Zitta e godi che dopo voglio godere anch'io." le risposi roteando le dita che le avevo messo dentro.
Amalia venne riempendo la mia mano del suo orgasmo, che leccai avidamente con Gloria, prima di prendere il posto della più anziana delle tre.
Non ebbi quasi il tempo di sistemarmi carponi, che le mie colleghe m'aprirono le chiappe per passare ovunque la lingua, per finire a leccarmi una la passera e l'altra l'ano, senza sapere chi si occupasse dell'una e dell'altro. In poco tempo mi portarono alla soglia dell'orgasmo, ma proprio quando stavo per averlo, Amalia andò a prendere un dildo piuttosto grosso, da quel cassetto che lei chiamava la sala giochi.
Mi ritrovai così la micia piena di silicone, con lei che iniziò a scoparmi con insolito vigore, mandandomi in estasi dopo pochi affondi.
"Puoi anche stare zitta tanto lo so che ti piace." mi disse dandomi un piccolo schiaffo sul sedere "E del resto prima di conoscere me prendevi cazzi a metri."
"E' vero però poi ho scelto te." le risposi sapendo quanto le piacesse sentirsi importante.
Amalia non rallentò affatto, ma del resto non volevo neppure che lo facesse, in modo da poter arrivare dritta a quell'orgasmo che tanto volevo. Per un attimo fu come se qualcuno avesse spento la luce nel mio cervello, per diventare subito dopo dura come il marmo, e quindi crollare senza più forze.
"Tu sdraiati che adesso pensiamo a te." disse Amalia a Gloria indicandole il divano, sul quale la ragazza si distese sapendo che era il suo turno per godere.
Io però avevo idee ben diverse, e lo stesso valeva per la mia compagna, così mentre m'andai a sedere col sedere sulla sua faccia, lei gli alzò le gambe per arrivare dritta al suo buchetto.
"Secondo te ha il culo vergine ?" mi chiese Amalia puntando il dildo contro il suo ano.
"Forse, tu intanto mettiglielo dentro, ma senza fare la stronza come tuo solito." le risposi ridacchiando.
Lei prese dell'olio col quale cosparse il dildo, prima d'iniziare a sodomizzare la ragazza, mentre io le leccavo la passera fradicia d'umori.
Gloria non solo non protestò in alcun modo, ma mi riempì la faccia col suo piacere, muovendo tanto le gambe che non fu semplice tenerla ferma. La ragazza sembrava avere un orgasmo dopo l'altro nonostante Amalia non forzasse in alcun modo il ritmo, che anzi teneva molto blando, stupita anche lei dalla reazione della collega.
"Ora la scopo io." dissi andando a prendere uno strap-on senza cinghie, per far entrare subito la parte stimolante nella mia passera.
Presi Gloria per le gambe e le penetrai l'ano, facendo entrare tutto il fallo senza dover quasi spingere, per poi fotterla con quell'irruenza che era mancata ad Amalia, che si dedicò a stimolarle la passera con le sue abili dita.
La ragazza divenne quasi incontrollabile, tanto che dovetti usare tutta la mia forza per poterla scopare, sino a quando non crollò all'improvviso, dopo aver avuto un orgasmo a dir poco devastante.
"Ma tu godi sempre così ?" le chiesi con una certa curiosità.
"Sì e no, se mi fai perdere la bussola posso fare anche peggio, e con voi due non so proprio dove l'ho lasciata." mi rispose facendoci ridere.
"Ordiniamo una pizza e poi riprendiamo da capo ?" propose quindi Amalia trovando unanimità nel consenso.
Da quella sera se c'è da fare dello straordinario siamo sempre in tre, e si finisce sempre col mangiare la pizza.
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(quelli volgari saranno subito cestinati)
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